giovedì 28 giugno 2012

ESSERE DONNA IN UN PAESE STRANIERO...

(Questa testimonianza é sia in italiano che in castigliano)


Innnazittutto vorrei dire che per me essere donna “é un dono”: esserne cosciente e crescere come tale é veramente un cammino di ogni giorno...

Essere donna in un Paese che non é il tuo dipende molto dalle circostanze, cioé dai motivi che ti hanno portato a lasciare la tua terra, la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo lavoro e tutto ció che consideri “tuo”. Credo che questo influenzi molto su ció che farai fuori dalla tua terra.
Molte donne lasciano la loro terra d’origine perché sono in cerca di un lavoro, con il sogno di progredire, migliorare la propria situazione economica ed aiutare la propria famiglia che hanno lasciato in terra natia.
Spesso lasciano figli, marito, madre e padre per andare “alla conquista” di nuovi orizzonti.



 (Maria Elena - peruviana, amica di tutti coloro che sono impegnati nella missione del Hogar))
 

“La fortuna” che puoi cercare all’estero, se cosí possiamo chiamarla, dipende molto, ripeto, dal “perché” si lascia il proprio Paese, e spesso molte donne sono costrette dalla necessitá e arrivano in un nuovo mondo senza sapere bene cosa faranno; a tutto ció si aggiunge il fatto che spesso non conoscono la lingua, le abitudini e le norme sociali che esistono nel nuovo Paese che le accoglie.

Noi donne, in modo particolare, riusciamo ad offrire molto in ogni luogo che andiamo e siamo consapevoli delle nostre capacità, della nostra ricchezza e riusciamo  a trasformare i luoghi dove abitiamo in scenari stupendi.
Le donne peruviane per esempio, si sono spesso distinte per la loro perserveranza e disponibilitá ad imparare. Abbiamo dei valori e una cultura tali a cui non possiamo rinunciare e un modo tutto speciale di “abbracciare la vita e il mondo”.

Quando sei lontana dalla tua terra, diventa difficile, perchè ti senti diversa, ed è così: lo sei! Però ciò non ti può frenare. Nemmeno per il fatto che molte volte non sei accolta come speravi. Quante donne soffrono discriminazioni perchè straniere e quante altre perché sono sfruttate: é importante avere la consapevolezza di queste situazioni per non “finirci dentro” fino a diventarne “vittima”.

 


 (Maria Elena con due amici del Perú)



A tutte le donne che vengono dal Perú o da altre parti del Sud America, posso dire che, ovunque vadano, imparino a “guardarsi come persone”, a conoscere le proprie doti, le proprie capacitá, morali e spirituali... e a conoscere i propri limiti... e quindi ad essere disponibili ad imparare e ad accogliere l’altro, trovando nel “servizio agli altri” il vero senso alla vita.

Se esci dalla tua terra, che il tuo sacrificio ne valga la pena! É un peccato vedere come molte donne conducono una vita quasi “schiavizzante” lavorando dal lunedí alla domenica e solo per guadagnare di piú con la “scusa” di “dover” mandare soldi alla propria famiglia d’origine. É vero che molti di coloro che rimangono nella propria terra hanno bisogno del nostro appoggio economico, ma bisogna anche insegnare a coloro che rimangono a diventare sempre piú responsabili, affinche comprendano che “un futuro” lo si costruisce insieme e non con una madre o una sorella appesantita di ore e ore di lavoro.

Saluti dal sud dell’Italia.

                                                   Maria Elena 

 (peruviana, amica di tutti coloro che sono impegnati nella Missione dell’Hogar)








 
SER  MUJER  EN  EL  EXTRANJERO



Primero debo dejar en claro que para mí ser mujer "es un don", ser conscientes y crecer como tales es un camino que se hace cada día y siempre!

Para el título de este artículo puedo decir que ser mujer en un país que no es el tuyo depende de las circunstancias de cómo llegaste a el, es decir de las motivaciones y razones que te llevaron a dejar tu tierra, tu familia, tus amigos, tu trabajo y todo lo que considerabas tuyo. Lo digo porque creo que esto condiciona mucho aquello que realices fuera de tu tierra. Muchas mujeres abandonan su país de origen en busca de trabajo, con la ilusión de progresar y ayudar a la familia que dejan en su terruño. Tantas veces se dejan hijos, esposo, madre y padre para ir a la conquista de "esos nuevos horizontes".



                              (Maria Elena - amiga y colaboradora del Hogar San Francisco)



 
La suerte con la que se cuenta en el extranjero por así decirlo, depende, vuelvo a insistir del por qué dejamos nuestro país, ya que muchas lo hacen obligadas por la necesidad o llegan a otro país sin saber ni conocer lo que realizarán, a esto de se suma tantas veces el desconocimiento del idioma, de las costumbres y de las normas de convivencia que priman en el país que las acoge. 

Las mujeres particularmente tenemos mucho que aportar a donde quiera que vayamos y si somos conscientes de nuestras capacidades, de nuestras riquezas hacemos más hermosos los escenarios donde nos desenvolvemos. Las mujeres peruanas por ejemplo han demostrado muchas veces su capacidad de perseverancia y aprendizaje. Tenemos unos valores, una cultura a la que jamás deberíamos de renunciar y una manera particular de abrazar la vida y el mundo.

Cuando estás lejos de tu tierra es difícil porque te sientes diferente, y vaya que los eres! pero eso no te puede frenar. Tampoco el hecho que muchas veces no eres acogida como lo esperabas. Cuántas mujeres sufren discriminación por ser extranjeras y cuántas otras son explotadas, es importante saber reconocer estas situaciones para no encontrarnos en medio o ser víctimas. 



                                                        (Maria Elena con sus pequeños)

A las mujeres que vienen del Perú y de otras partes de Sudamérica sólo puede decirles que a donde quiera que vayan aprendan a mirarse primero como seres humanos, a reconocer sus virtudes, capacidades físicas, morales y espirituales, también a reconocer sus limitaciones, y luego estar siempre dispuestas a aprender, a salir adelante, a acoger al otro, a dar sentido a nuestras vidas sirviendo a los demás.

Si sales de tu tierra que el sacrificio valga la pena, es triste ver cómo muchas mujeres llevan una vida casi esclavizante, trabajando de lunes a domingo, todo para conseguir más dinero con la excusa de que deben y "deben" enviar a su familia. Es cierto que muchos de los que se quedan en nuestra tierra necesitan de nuestra ayuda pero es necesario enseñar a los que se quedan a ser "responsables", y hacerles comprender que el futuro responsable se construye "juntos", no con una madre o una hermana que soporta horas y horas de trabajo.

Saludos desde el sur italiano,

María Elena (peruana, amiga y colaboradora del Hogar San Francisco)



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