“Quest'anno abbiamo pensato di vivere la Quaresima in modo un po’ diverso,
cioè ricordando nella preghiera ogni settimana una delle nostre missioni. Quale
modo migliore se non attraverso uno scritto diretto di chi vive la missione?
Quello che ti chiederemmo è di scriverci una lettera....”
GAMIS – gruppo animazione missionaria. Seminario di Reggio Emilia
"Coraggio, alzati, il Signore ti chiama!" (Volo del Condor - 5000 slm)
Febbraio 2012
Carissimo amico,
mi fa molto piacere condividere con te la mia esperienza missionaria
perché, …. proprio perché missionaria,
non può rimanere un fatto personale, ma ha bisogno di essere raccontata e
…“contagiare” altre persone di un messaggio di vita bello ed importante.
So che sei curioso di sapere qual è la mia giornata “tipo”. Bhè … la mia
giornata inizia molto presto: le ore del mattino sono preziose e dedicate alla
preghiera, all’ascolto della Parola e alla Messa (… quando è possibile, in
quanto le distanze e il numero dei sacerdoti non sono quelle italiane …)
celebrata insieme ad altre famiglie religiose. Sai, nella zona in cui vivo
(periferia di Lima) basta alzare gli occhi per vedere “la povertà”
nella distesa di baracche sui “cerros” (montagnole di cui è circondata Lima) …
I bisogni sono tanti, ma l’incontro quotidiano con la Parola per me è
indispensabile: in Essa incontro il vero
senso alla mia presenza tra i poveri e luce per “vedere” in modo corretto (…
sano … libero …) “i piccoli” che incontro ogni giorno. E perché no, in Essa trovo anche forza e
conforto negli inevitabili momenti più critici e di solitudine. Poi inizio il
“lavoro” quotidiano: accoglienza dei bambini (coordino un centro per bambini
con problemi di denutrizione), la formazione delle loro famiglie (composte
principalmente da giovanissime madri), coordinazione del lavoro dei laici
impegnati con noi … servizio di catechesi presso la parrocchia in cui siamo
inserite …. La giornata è sempre abbastanza piena ma non è “portata via” da quella dannosissima fretta che caratterizza
la nostra vita occidentale.
Ormai sono sette anni che sono in missione e spesso mi trovo a riflettere
su quello che mi sta “dando”… sia come donna
che come consacrata. Come donna, ogni giorno affianco donne
peruviane che, pur avendo capacità e possibilità di potersi “fare una vita
altrove”, magari uscendo dal Paese, hanno deciso, alla luce del Vangelo, di
rimanere per aiutare il proprio popolo, la propria gente, perché credono ancora
in una società più giusta, più umana, più fraterna. Come consacrata (quindi come
donna chiamata alla fecondità per il Regno dei Cieli) incontro ogni giorno
mamme, molte delle quali adolescenti, che nonostante i grossi problemi di
povertà e di ingiustizia sociale in cui vivono sono disposte a tutto pur di DAR VITA, SPERANZA e un FUTURO ai propri piccoli.
Donne coraggiose che “nutrono” anche la
mia preghiera e che sono per me vere
testimonianze da cui sto imparando ad essere
più donna e più madre. L’incontro con il “diverso”, il “lontano”
inoltre mi fa toccare con mano la profondità della “sete della
samaritana”, sete d’incontro, di
relazione, di orientamento e di vita,
prima di ogni altra cosa. Non pensare sia sempre facile: accettare la
diversità non è così spontaneo …. Ci sono momenti in cui essa mette veramente a
dura prova i nervi (… anche i miei!)… Poi penso a Gesù che ha avuto il coraggio
di farsi mendicante pur d’incontrare la samaritana: bene anch’io ho dovuto
spesso fare i conti con me stessa, fare i conti con aspetti del mio carattere
per recuperare un atteggiamento un po’ più disponibile all’ascolto e
all’accoglienza gratuita …. anche quando le mie “buone abitudini” mi
suggerivano altro.
...la povertá é tanta....
In Perù la povertà è tanta …. anche se a livello internazionale appare
diversamente ….Se lasciamo gli occhi del turista e “vediamo” con occhi che vanno al di là delle apparenze possiamo toccare con mano la povertà, le
ingiustizie sociali, lo sfruttamento minorile e nel settore lavorativo, una
violenza familiare “culturalmente accettata”,
i principali diritti umani calpestati da chi ha un po’ più di potere,
ect… Non solo: in periferia di Lima molta gente vive in condizioni di vera e propria miseria …. cioè in una situazione che calpesta in modo
crudele la dignità umana. Ma tu sai che la nostra religione è la religione
della incarnazione …. così che la Parola “Facciamo l’uomo” (Gen. 1, 26) è il
grande compito che sta davanti a ciascuno di noi (Enzo
Bianchi). Da qui la scelta nella
nostra missione di puntare molto sulla formazione delle madri, delle famiglie,
di ragazzi/e … in modo da dare qualche
strumento in più perché possano diventare persone capaci di scegliere un modo
diverso di vivere … più dignitoso, più
da “figli”.
Circa il mio modo di vivere la povertà …. Un giorno un sacerdote Colombiano
mi ha detto : “Tu non saprai mai cosa vuol dire vivere la nostra povertà perché
sin da quando tua madre ti aspettava, tu sei in una condizione diversa”… Penso
avesse ragione. Accanto ad uno stile il
più possibile semplice di vita, cerco comunque di “condividere” una storia, una
quotidianità, una mentalità cogliendone ricchezze ed insegnamenti ( = cercando
di lasciarmi fare …)… ben convinta di aver ricevuto veramente tanto nella vita
e dalla Vita.
Un'altra cosa vorrei dirti. Un gruppo di laici peruviani ci affiancano
nella missione condividendo con noi sorelle spiritualità ed obiettivi. I
momenti di condivisione e di scambio con loro sono veramente preziosi: mi hanno
fatto capire che la missione non può più essere vista in modo “unidirezionale”… ma “la si fa insieme”, dando e ricevendo
gli uni dagli altri. E con loro ed insieme a loro cerchiamo di dare una
“opportunità” a tante persone, che vivono in condizione di estrema povertà,
perché possano incontrare non solo un luogo accogliente, ma anche un luogo di
crescita umana e spirituale proponendo incontri di spiritualità e di formazione
integrale della persona ….
Perché la
Parola: “Coraggio alzati! Il Signore ti chiama …” possa ancora risuonare.
Ci sarebbe ancora tanto di raccontarti …. Ma volevo concludere semplicemente
dicendoti che l’ avventura della
missione ci ricorda (a noi
missionari, ma anche a tutta la Chiesa
che “manda”) che lungo il cammino ci sono ancora tante persone che “stanno al
bordo della strada”…. : non dobbiamo avere paura di guardarle e lasciarci
interrogare da loro … Hanno qualcosa da dirci … a me, a te …. a tutta Chiesa
che è sempre in cammino.
Mi affido anche alle tue preghiere!
Hermana Paola
...lungo il cammino c'é ancora chi sta al bordo....
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