domenica 4 marzo 2012

LETTERA AI SEMINARISTI....


“Quest'anno abbiamo pensato di vivere la Quaresima in modo un po’ diverso, cioè ricordando nella preghiera ogni settimana una delle nostre missioni. Quale modo migliore se non attraverso uno scritto diretto di chi vive la missione?

Quello che ti chiederemmo è di scriverci una lettera....”

GAMIS – gruppo animazione missionaria. Seminario di Reggio Emilia




"Coraggio, alzati, il Signore ti chiama!"   (Volo del Condor  - 5000 slm)



Febbraio 2012
Carissimo amico,
mi fa molto piacere condividere con te la mia esperienza missionaria perché, …. proprio perché  missionaria, non può rimanere un fatto personale, ma ha bisogno di essere raccontata e …“contagiare” altre persone di un messaggio di vita bello ed importante.
So che sei curioso di sapere qual è la mia giornata “tipo”. Bhè … la mia giornata inizia molto presto: le ore del mattino sono preziose e dedicate alla preghiera, all’ascolto della Parola e alla Messa (… quando è possibile, in quanto le distanze e il numero dei sacerdoti non sono quelle italiane …) celebrata insieme ad altre famiglie religiose. Sai, nella zona in cui vivo (periferia di Lima)  basta  alzare gli occhi per vedere “la povertà” nella distesa di baracche sui “cerros” (montagnole di cui è circondata Lima) … I bisogni sono tanti, ma l’incontro quotidiano con la Parola per me è indispensabile: in Essa incontro il vero senso alla mia presenza tra i poveri e luce per “vedere” in modo corretto (… sano … libero …) “i piccoli” che incontro ogni giorno.  E perché no, in Essa trovo anche forza e conforto negli inevitabili momenti più critici e di solitudine. Poi inizio il “lavoro” quotidiano: accoglienza dei bambini (coordino un centro per bambini con problemi di denutrizione), la formazione delle loro famiglie (composte principalmente da giovanissime madri), coordinazione del lavoro dei laici impegnati con noi … servizio di catechesi presso la parrocchia in cui siamo inserite …. La giornata è sempre abbastanza piena ma non è “portata via” da quella dannosissima fretta che caratterizza la nostra vita occidentale.

Ormai sono sette anni che sono in missione e spesso mi trovo a riflettere su quello che mi sta “dando”…  sia come donna che come consacrata. Come donna, ogni giorno affianco donne peruviane che, pur avendo capacità e possibilità di potersi “fare una vita altrove”, magari uscendo dal Paese, hanno deciso, alla luce del Vangelo, di rimanere per aiutare il proprio popolo, la propria gente, perché credono ancora in una società più giusta, più umana, più fraterna. Come consacrata (quindi come donna chiamata alla fecondità per il Regno dei Cieli) incontro ogni giorno mamme, molte delle quali adolescenti, che nonostante i grossi problemi di povertà e di ingiustizia sociale in cui vivono sono disposte a tutto pur di DAR  VITA, SPERANZA e un FUTURO ai propri piccoli. Donne coraggiose che “nutrono” anche la mia preghiera  e che sono per me vere testimonianze da cui sto imparando ad essere  più donna e più madre. L’incontro con il “diverso”, il “lontano” inoltre mi fa toccare con mano la profondità della “sete della samaritana”,  sete d’incontro, di relazione, di orientamento e di vita,  prima di ogni altra cosa. Non pensare sia sempre facile: accettare la diversità non è così spontaneo …. Ci sono momenti in cui essa mette veramente a dura prova i nervi (… anche i miei!)… Poi penso a Gesù che ha avuto il coraggio di farsi mendicante pur d’incontrare la samaritana: bene anch’io ho dovuto spesso fare i conti con me stessa, fare i conti con aspetti del mio carattere per recuperare un atteggiamento un po’ più disponibile all’ascolto e all’accoglienza gratuita …. anche quando le mie “buone abitudini” mi suggerivano altro. 



 ...la povertá é tanta....



In Perù la povertà è tanta …. anche se a livello internazionale appare diversamente ….Se lasciamo gli occhi del turista e “vediamo” con occhi che vanno al di là delle apparenze  possiamo toccare con mano la povertà, le ingiustizie sociali, lo sfruttamento minorile e nel settore lavorativo, una violenza familiare “culturalmente accettata”,  i principali diritti umani calpestati da chi ha un po’ più di potere, ect… Non solo: in periferia di Lima molta gente vive in condizioni di vera e propria miseria …. cioè  in una situazione che calpesta in modo crudele la dignità umana. Ma tu sai che la nostra religione è la religione della incarnazione …. così che la Parola “Facciamo l’uomo” (Gen. 1, 26) è il grande compito che sta davanti a ciascuno di noi  (Enzo Bianchi).  Da qui la scelta nella nostra missione di puntare molto sulla formazione delle madri, delle famiglie, di ragazzi/e …  in modo da dare qualche strumento in più perché possano diventare persone capaci di scegliere un modo diverso di vivere … più dignitoso, più da “figli”.
Circa il mio modo di vivere la povertà …. Un giorno un sacerdote Colombiano mi ha detto : “Tu non saprai mai cosa vuol dire vivere la nostra povertà perché sin da quando tua madre ti aspettava, tu sei in una condizione diversa”… Penso avesse ragione.  Accanto ad uno stile il più possibile semplice di vita, cerco comunque di “condividere” una storia, una quotidianità, una mentalità cogliendone ricchezze ed insegnamenti ( = cercando di lasciarmi fare …)… ben convinta di aver ricevuto veramente tanto nella vita e dalla Vita.

Un'altra cosa vorrei dirti. Un gruppo di laici peruviani ci affiancano nella missione condividendo con noi sorelle spiritualità ed obiettivi. I momenti di condivisione e di scambio con loro sono veramente preziosi: mi hanno fatto capire che la missione non può più essere vista in modo “unidirezionale”… ma  “la si fa insieme”, dando e ricevendo gli uni dagli altri. E con loro ed insieme a loro cerchiamo di dare una “opportunità” a tante persone, che vivono in condizione di estrema povertà, perché possano incontrare non solo un luogo accogliente, ma anche un luogo di crescita umana e spirituale proponendo incontri di spiritualità e di formazione integrale della persona …. 

Perché la Parola: “Coraggio alzati! Il Signore ti chiama …” possa ancora risuonare.

Ci sarebbe ancora tanto di raccontarti …. Ma volevo concludere semplicemente dicendoti che  l’ avventura della missione ci ricorda  (a noi missionari,  ma anche a tutta la Chiesa che “manda”) che lungo il cammino ci sono ancora tante persone che “stanno al bordo della strada”…. : non dobbiamo avere paura di guardarle e lasciarci interrogare da loro … Hanno qualcosa da dirci … a me, a te …. a tutta Chiesa che è sempre in cammino.

Mi affido anche alle tue preghiere!                            
                                                                                    Hermana  Paola 

 ...lungo il cammino c'é ancora chi sta al bordo....





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