venerdì 23 marzo 2012

LA STRADA DI OSCAR ROMERO


24 MARZO .... 32 anni dopo..... per non dimenticare



El Salvador, 1980. Nella piccola nazione del Centramerica, la guerra civile – ormai decennale – ha già causato più di 75mila morti e un milione e mezzo di rifugiati. Il regime al potere, sostenuto dagli Usa, è stato definito «colpevole di genocidio» dalla commissione sulla verità dei fatti, voluta dalle Nazioni unite. La sera del 24 marzo, mentre celebra l’Eucaristia, mons. Oscar Romero, arcivescovo della capitale San Salvador, è ucciso da un sicario.

 Pochi minuti prima, concludendo l’omelia, ha detto: «Uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita».

 Romero è stato una sorpresa della storia. I poveri salvadoregni non si sarebbero mai aspettati di vederselo al proprio fianco. Né le élite ecclesiali e di governo di vederselo “contro”. Era stato nominato presidente della conferenza episcopale proprio perché ritenuto un conservatore.
 Ma, tre settimane dopo quella nomina, il fatto che cambiò radicalmente la sua vita: l’assassinio di padre Rutilio Grande, il suo più stretto collaboratore, da parte di sgherri del regime. Romero capì da che parte stare: dalla parte dei poveri. E i poveri divennero per lui coloro senza i quali vivere non sarebbe stato più vivere. E lui divenne per il potere un traditore.

Da quella morte iniziò per Oscar Romero un cammino di liberazione. Che lo portò al martirio. Ma la sua morte fu un canto di resurrezione: «Non credo a una vita senza resurrezione. Se mi uccideranno, risorgerò nel popolo salvadoregno».

Ha lasciato un segno nella chiesa latino-americana e del mondo intero. Ricordare il suo martirio, 32 anni dopo, significa “far memoria” delle cause per le quali fu ucciso, ma soprattutto del suo instancabile impegno a fianco degli ultimi.

In un mondo in cui la guerra e le dottrine sulla “sicurezza nazionale” stanno sempre più diventando strumento di risoluzione dei problemi, Romero invita a
rifiutare le logiche del potere e della violenza, proponendo, con l’esempio della sua vita, la strada della non violenza.

Lui, che il giorno prima di essere ucciso, invitò i soldati a «disobbedire a ordini che ingiungono di uccidere», perché «sono ordini di peccato», invita, anche ai giorni d’oggi, caratterizzati da tante “missioni di pace” condotte con le armi, a considerare l’obiezione di coscienza come opzione cristiana.
 
E se, oggi come nel 1980, in El Salvador ( e in molti paesi del mondo...) i poveri sono sempre di più ai margini della società, mons. Romero ci invita a fare una scelta di parte: «Il mondo dei poveri ci insegna che la liberazione arriverà quando questi nostri fratelli  non staranno più dalla parte di chi riceve le elemosine dal governo e dalle chiese, ma saranno ESSI STESSI  PROTAGONISTI  del loro cammino per la liberazione».

Dal giorno della sua morte la gente lo chiama, lo prega, lo invoca come san Romero d’America. La sua gente l’ha già proclamato santo. Il suo processo di canonizzazione è cominciato quella sera di primavera del 1980. Oggi san Romero vive nei cuori e nelle lotte di tanti popoli. Il luogo della sua canonizzazione non è più la Piazza San Pietro di Roma, bensì
tutte le piazze del mondo, dove si condivide e si lotta per la dignità degli uomini e delle donne.


martedì 20 marzo 2012

AGUA Y PERU


(Per la importanza del tema l’articolo sará sia in italiano che in castigliano).



Paesaggio arido in periferia di Lima


L’ACQUA:  UN  PROBLEMA  ALLARMANTE  IN  PERÚ.

Quando con l’aereo si atterra a Lima ci si rende subito conto che il problema dell’acqua é sí un problema reale e serio qui in Perú.
Ecco alcuni importanti dati:

Ø Piú del 70% della popolazione del Perú vive lungo la costa (soprattutto a Lima e periferia) dove troviamo meno del 2% delle risorse idriche del Paese.

Ø Il problema dell’acqua in Perú é dovuto in parte alla sua peculiare conformazione geografica (presenza della Cordigliera Andina ) ed in parte al profondo cambio climatico che sta interessando l’intero pianeta.

Ø Buona parte della costa (...giá arida) sarebbe completamente desertica se non fosse per l’acqua proveniente dalle Ande, dove troviamo il 98% delle risorse idriche (....per  ¼  della popolazione) ....ma....

Ø Nelle zone andine e pre-andine sono presenti molte miniere. Si utilizzando grandi quantitá di acqua per la produzione di energia elettrica per il loro funzionamento. Le miniere sono fonte di un notevole ingresso economico ma provocano un forte inquinamento delle acque. (Attualmente questo  problema é al centro di numerosi conflitti tra popolazione e governo).

Ø A causa del cambio climatico mondiale che ha portato ad un surriscaldamento del pianeta,  Perú e Bolivia, che possiedono piú del 90% dei ghiacciai tropicali del mondo, hanno perso dal 2006 la terza parte della loro superficie.

Ø Lima, la capitale del Perú, presenta una situazione ben allarmante. La cittá é costruita sul deserto e conta  piú di 13 milioni di abitanti: qui la pioggia, da decenni, é quasi assente.

Ø La fascia piú povera della popolazione compra l’acqua ( trasportata in autocisterne) che ripone poi in recipienti di plastica visibili davanti a casa: l’acqua, sia per uso domestico che quella potabile, deve essere sempre bollita prima di essere utilizzata.

Ø .... Potete capire dunque che la gente o muore di sete o si ammala a causa dell’acqua NON potabile.



                 É proprio il caso di dirlo: L’ACQUA VALE ORO!!!   

Per la serietá della situazione, quest’anno la nostra missione ha deciso di dare un tema particolare  alle numerose attivitá che verranno svolte: “EL AGUA DE LA VIDA” (Gv 4, 1-29) che ci aiuterá a riflettere sul tema dell’acqua sotto vari aspetti.




          L’acqua viene comprata e messa in recipienti di plástica davanti alle case




LA  REALIDAD  ALARMANTE  DEL  AGUA  EN  PERÚ


Empezamos con algunos datos importantes: 

Ø El problema del agua en el Perú reside en parte en la peculiar geografía del país y también por el cambio climático (calentamiento global)  que está afectando a todo el planeta.

Ø Más de 70% de la población vive a lo largo de la costa, donde se encuentra menos de 2% de los recursos hidráulicos del país.

Ø El problema del agua en el Perú reside en parte en la peculiar geografía del país y también por el cambio climático (calentamiento global)  que está afectando el entero planeta.

Ø En contraste, el lado de los Andes que da hacia el Atlántico tiene 98% del agua y sólo un cuarto de la población.

Ø Por otro lado,  se necesitan grandes volúmenes de agua para la generación de energía eléctrica y para la minería.

Ø Como bien sabemos, la minería es una de las industrias que más dinero aporta, pero que más conflictos genera. En un país que necesita agua, es entendible que los pueblos afectados por la minería se quejen de que las mineras no sólo se lleven buena parte de su agua, sino que el resto la contaminen con los residuos que generan.

Ø Un equipo de investigadores peruanos y científicos internacionales estima que Perú y Bolivia  en conjunto, tienen más de 90% de los glaciares tropicales del mundo y han perdido cerca de una tercera parte de las superficies de sus glaciares, desde el  2006.

Ø Lima, la capital del Perú,  genera preocupación en particular: la ciudad está construida en un desierto, mantiene una población de más de 13 millones y recibe muy poca lluvia.

Ø Como ya sabemos en muchas zonas aún no hay agua en las casas… Hay que hervir siempre el agua que se quiere utilizar,  para beber o para otro uso domestico  y  como se puede entender, hay gente que se muere de sed, o que se enferma por el agua “no-potable”.


                           
                   SÍ  ES CIERTO:  ¡¡EL AGUA VALE ORO!!

Por la situación alarmante del agua en el Perú,  la familia del  Hogar San Francisco, este año, tendrá como Lema: “EL  AGUA  DE  LA  VIDA”   (Jn 4, 1- 29). Este lema nos ayudará a reflexionar sobre este importante asunto en todos sus sentidos.









lunedì 5 marzo 2012

VIDEO....


50 años de vida consagrada de la hermana Vicenta

Finalmente…aquí estamos. Hace algunos meses, los amigos peruanos han celebrado con mucha alegría y agradecimiento  a la hermana Vicenta por su aniversario de vida consagrada.
Para no olvidar…. Aquí está el video de un momento de la fiesta: el baile preparado por las personas que trabajan con las hermanas.


(VIDEO DI UN MOMENTO della FESTA PER I 50 ANNI DI VITA CONSCARATA DI SR VINCENZA.... scusate il ritardo…ma i mezzi moderni non sono sempre facili…)



domenica 4 marzo 2012

LETTERA AI SEMINARISTI....


“Quest'anno abbiamo pensato di vivere la Quaresima in modo un po’ diverso, cioè ricordando nella preghiera ogni settimana una delle nostre missioni. Quale modo migliore se non attraverso uno scritto diretto di chi vive la missione?

Quello che ti chiederemmo è di scriverci una lettera....”

GAMIS – gruppo animazione missionaria. Seminario di Reggio Emilia




"Coraggio, alzati, il Signore ti chiama!"   (Volo del Condor  - 5000 slm)



Febbraio 2012
Carissimo amico,
mi fa molto piacere condividere con te la mia esperienza missionaria perché, …. proprio perché  missionaria, non può rimanere un fatto personale, ma ha bisogno di essere raccontata e …“contagiare” altre persone di un messaggio di vita bello ed importante.
So che sei curioso di sapere qual è la mia giornata “tipo”. Bhè … la mia giornata inizia molto presto: le ore del mattino sono preziose e dedicate alla preghiera, all’ascolto della Parola e alla Messa (… quando è possibile, in quanto le distanze e il numero dei sacerdoti non sono quelle italiane …) celebrata insieme ad altre famiglie religiose. Sai, nella zona in cui vivo (periferia di Lima)  basta  alzare gli occhi per vedere “la povertà” nella distesa di baracche sui “cerros” (montagnole di cui è circondata Lima) … I bisogni sono tanti, ma l’incontro quotidiano con la Parola per me è indispensabile: in Essa incontro il vero senso alla mia presenza tra i poveri e luce per “vedere” in modo corretto (… sano … libero …) “i piccoli” che incontro ogni giorno.  E perché no, in Essa trovo anche forza e conforto negli inevitabili momenti più critici e di solitudine. Poi inizio il “lavoro” quotidiano: accoglienza dei bambini (coordino un centro per bambini con problemi di denutrizione), la formazione delle loro famiglie (composte principalmente da giovanissime madri), coordinazione del lavoro dei laici impegnati con noi … servizio di catechesi presso la parrocchia in cui siamo inserite …. La giornata è sempre abbastanza piena ma non è “portata via” da quella dannosissima fretta che caratterizza la nostra vita occidentale.

Ormai sono sette anni che sono in missione e spesso mi trovo a riflettere su quello che mi sta “dando”…  sia come donna che come consacrata. Come donna, ogni giorno affianco donne peruviane che, pur avendo capacità e possibilità di potersi “fare una vita altrove”, magari uscendo dal Paese, hanno deciso, alla luce del Vangelo, di rimanere per aiutare il proprio popolo, la propria gente, perché credono ancora in una società più giusta, più umana, più fraterna. Come consacrata (quindi come donna chiamata alla fecondità per il Regno dei Cieli) incontro ogni giorno mamme, molte delle quali adolescenti, che nonostante i grossi problemi di povertà e di ingiustizia sociale in cui vivono sono disposte a tutto pur di DAR  VITA, SPERANZA e un FUTURO ai propri piccoli. Donne coraggiose che “nutrono” anche la mia preghiera  e che sono per me vere testimonianze da cui sto imparando ad essere  più donna e più madre. L’incontro con il “diverso”, il “lontano” inoltre mi fa toccare con mano la profondità della “sete della samaritana”,  sete d’incontro, di relazione, di orientamento e di vita,  prima di ogni altra cosa. Non pensare sia sempre facile: accettare la diversità non è così spontaneo …. Ci sono momenti in cui essa mette veramente a dura prova i nervi (… anche i miei!)… Poi penso a Gesù che ha avuto il coraggio di farsi mendicante pur d’incontrare la samaritana: bene anch’io ho dovuto spesso fare i conti con me stessa, fare i conti con aspetti del mio carattere per recuperare un atteggiamento un po’ più disponibile all’ascolto e all’accoglienza gratuita …. anche quando le mie “buone abitudini” mi suggerivano altro. 



 ...la povertá é tanta....



In Perù la povertà è tanta …. anche se a livello internazionale appare diversamente ….Se lasciamo gli occhi del turista e “vediamo” con occhi che vanno al di là delle apparenze  possiamo toccare con mano la povertà, le ingiustizie sociali, lo sfruttamento minorile e nel settore lavorativo, una violenza familiare “culturalmente accettata”,  i principali diritti umani calpestati da chi ha un po’ più di potere, ect… Non solo: in periferia di Lima molta gente vive in condizioni di vera e propria miseria …. cioè  in una situazione che calpesta in modo crudele la dignità umana. Ma tu sai che la nostra religione è la religione della incarnazione …. così che la Parola “Facciamo l’uomo” (Gen. 1, 26) è il grande compito che sta davanti a ciascuno di noi  (Enzo Bianchi).  Da qui la scelta nella nostra missione di puntare molto sulla formazione delle madri, delle famiglie, di ragazzi/e …  in modo da dare qualche strumento in più perché possano diventare persone capaci di scegliere un modo diverso di vivere … più dignitoso, più da “figli”.
Circa il mio modo di vivere la povertà …. Un giorno un sacerdote Colombiano mi ha detto : “Tu non saprai mai cosa vuol dire vivere la nostra povertà perché sin da quando tua madre ti aspettava, tu sei in una condizione diversa”… Penso avesse ragione.  Accanto ad uno stile il più possibile semplice di vita, cerco comunque di “condividere” una storia, una quotidianità, una mentalità cogliendone ricchezze ed insegnamenti ( = cercando di lasciarmi fare …)… ben convinta di aver ricevuto veramente tanto nella vita e dalla Vita.

Un'altra cosa vorrei dirti. Un gruppo di laici peruviani ci affiancano nella missione condividendo con noi sorelle spiritualità ed obiettivi. I momenti di condivisione e di scambio con loro sono veramente preziosi: mi hanno fatto capire che la missione non può più essere vista in modo “unidirezionale”… ma  “la si fa insieme”, dando e ricevendo gli uni dagli altri. E con loro ed insieme a loro cerchiamo di dare una “opportunità” a tante persone, che vivono in condizione di estrema povertà, perché possano incontrare non solo un luogo accogliente, ma anche un luogo di crescita umana e spirituale proponendo incontri di spiritualità e di formazione integrale della persona …. 

Perché la Parola: “Coraggio alzati! Il Signore ti chiama …” possa ancora risuonare.

Ci sarebbe ancora tanto di raccontarti …. Ma volevo concludere semplicemente dicendoti che  l’ avventura della missione ci ricorda  (a noi missionari,  ma anche a tutta la Chiesa che “manda”) che lungo il cammino ci sono ancora tante persone che “stanno al bordo della strada”…. : non dobbiamo avere paura di guardarle e lasciarci interrogare da loro … Hanno qualcosa da dirci … a me, a te …. a tutta Chiesa che è sempre in cammino.

Mi affido anche alle tue preghiere!                            
                                                                                    Hermana  Paola 

 ...lungo il cammino c'é ancora chi sta al bordo....