Durante il mio rientro in Italia, tante persone mi hanno
fatto la stessa osservazione: “Sicuramente ti sarai giá abituata al “nuovo
mondo”. Queste parole mi hanno fatto
riflettere parecchio... Certo, abituarsi... entrare nella routine.... “farci il
callo”... a certi stili di vita non é poi cosí difficile, neppure all’interno
degli ambienti religiosi... Ma l’invito missionario di Gesú – se non ricordo
male – ci fa una proposta ben diversa...
Provo a spiegarmi.
Quando nel viaggio di rientro si arriva sul Perú, l’aereo
– per atterrare - deve attraversare un notevole strato di “nubi grigie” che
costantemente coprono il cielo di Lima... per sbucare poi su una realtá che non
finisce di “inquietarmi ed interrogarmi”.
É difficile abituarsi “alla fatica” di tante giovani
madri che lottano, spesso da sole, per far sí che i figli possano avere il
necessario per vivere e possano frequentare la scuola...
É difficile abituarsi alla “siccitá” in cui vivono gli
abitanti della periferia di Lima e alla polvere che si respira... per non
parlare dei disagi quotidiani per la mancanza di acqua....
É difficile abituarsi alle baraccopoli in cui tanta gente
ancora vive nella periferia di una delle piú grandi metropoli dell’America
Latina, qual’é la capitale del Perú...
É difficile abituarsi a tante ingiustizie sociali e
politiche che penalizzano sempre i piú deboli (proprio in questi giorni si sta
svolgendo una forte ed “aggressiva” campagna di revocazione al sindaco di Lima,
una donna che con onestá, concretezza e decisione sta cercando di dare
un volto piú umano alla capitale...)...
Sinceramente durante il mio ultimo rientro mi é venuto in
mente ció che accadde a Mosé quando – incuriosito dal roveto che non bruciava –
si disse: “Voglio avvicinarmi a vedere....”. Piú vado avanti nella mia
esperienza missionaria, piú mi convinco di come sia importante lasciarsi
interrogare... interrogare la storia che ci circonda ed in cui siamo
inseriti... interrogare Dio... : questo ci consente di metterci sempre in
cammino, uscire da una falsa pace che – a lungo andare – ci intristisce e ci
rende sterili.
E si scopre - con stupore - che il “FUOCO DELLA VITA”
continua ad ardere, anche lá dove mai penseresti...
E con lo stesso atteggiamento mi sto avvicinando alla
Pasqua.... giorni in cui Gesú di Nazaret ci invita ad entrare veramente in un
“nuovo mondo”.
Il mio augurio?
Vi offro quello che - ancora una volta - la missione mi
ha insegnato: “VOGLIO AVVICINARMI A VEDERE QUESTO “SPETTACOLO”.... Non
lasciamoci portare via dall’abitudine...
dalla routine .... ma lasciamoci
interrogare ed interroghiamo Dio che, nei prossimi giorni di Pasqua – per la VITA
- ci offre una “scomoda novitá”.
Hermana
Paola
“Il FUOCO della VITA contiua ad ardere anche lá dove mai
penseresti..."
(cactus
che circondano la missione)
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